Rally degli affitti brevi nel 2023. Complice il forte aumento dei flussi turistici che si sono riversati sull’Italia (445 milioni di presenze, 8 in più del periodo pre covid), la domanda di appartamenti short rent è cresciuta del 15% lo scorso anno mentre quella per soggiorni a medio termine ha fatto segnare addirittura un incremento del 30%
I dati elaborati dagli esperti di Halldis hanno stimato un giro d’affari complessivo di poco inferiore al miliardo e mezzo di euro nel 2023 con oltre 600.000 case dedicate a questa attività di cui quasi 120.000 gestite da operatori professionali (property manager). Non solo. Secondo le rilevazioni di Halldis, gli immobili destinati a questa formula sono cresciuti in tutte le principali città italiane. A partire da Firenze che ha registrato un aumento del 21% seguito da Roma e Venezia (+17%) e Milano e Bologna con il +10%.
E cosa dire dei dettagli delle prenotazioni? In base ai dati elaborati dall’ufficio studi di Halldis, la durata media a Milano e Firenze è stata pari a 78 giorni, Roma 89 e Bologna si sono raggiunti i 110 giorni.
Sul fronte dei valori, il prezzo medio giornaliero a Milano è arrivato a toccare i 92 euro, a Roma 95, a Firenze 98 e a Bologna 52 euro.
“Chi soggiorna per un periodo medio-lungo apprezza più le comodità degli immobili e delle amenities di chi lo fa per uno breve. In questo senso, anche i canali distributivi specializzati come Airbnb diventano partner importanti perché hanno logiche, costi e tempistiche diverse da quelle proprie dei portali per affitti brevi. Il residenziale in affitto in Italia è storicamente una prerogativa dei privati, tuttavia nuovi stili di vita, esigenze abitative e concentrazione nelle grandi città, attraggono sempre più investitori istituzionali. Il settore è in crescita e sta vivendo una fase di organizzazione e miglioramento”, spiega Michele Diamantini, Ceo Halldis. “L’obbligo per le piattaforme online di operare da sostituti d’imposta, finalmente esecutivo anche per Airbnb (nel 2022 sono stati versati 3,3 miliardi di euro allo Stato con la cedolare secca) è un passaggio di questa migliore regolamentazione, così come la normativa DAC7 e il processo di unificazione dei codici regionali in un unico nazionale CIN”.
La fotografia al settore scattata da Halldis conferma una tendenza già mostrata dagli operatori di settore come quella realizzata da FIAP che alcune settimane fa aveva messo in luce il grande favore degli italiani per gli affitti brevi nelle località di montagna, con la domanda salita del 10% nell’ultimo anno.