Gestire progetti complessi, collaborare con studi di architettura, offrendo soluzioni innovative e personalizzate agli operatori del settore immobiliare attraverso un approccio integrato e data-driven. Contract District Group cresce avendo “come pietra miliare quella legata al mondo dello sviluppo immobiliare, quindi l’integrazione di filiera tra interior design, residenza e sviluppo di progetti immobiliari, all’interno del quale siamo riusciti a creare una customer experience che facilita la concretizzazione dei sogni di allestimento di interni rispettando i tempi corretti della filiera costruttiva, in termini di scelta e declinazione impiantistica esecutiva nella complessità di questa filiera”. Lo spiega a Pambianco Real Estate Lorenzo Pascucci che di Contract District Group è Ceo e ideatore. Nasce come Milano Contract District nel 2016, evolve e diventa Contract District Group che riunisce sotto un unico modello di business e market place le due design platform milanesi – Milano Contract District e Livinwow – oltre al laboratorio romano di recentissima apertura denominato Design Contract District.
Gestire la complessità, sottolinea, “è stato un grande sforzo che abbiamo raggiunto grazie all’implementazione di tecnologie e processi. Siamo partiti con qualche progetto e oggi gestiamo una media di 600-700 appartamenti in consegna ogni anno, ognuno con specifiche di arredo diverse dall’altro. Questa complessità, che è il nostro core business, richiede un’organizzazione importante di oltre 80 persone che garantiscono che questi processi vengano eseguiti e monitorati in tutta Italia. Noi entriamo in gioco quando l’abitazione viene proposta, anche se c’è solo un buco o non sono ancora iniziati i lavori, e consegniamo gli arredi tre anni dopo, in media, che nel frattempo i clienti hanno definito. La gestione della complessità e l’integrazione di processi inediti e innovativi dal punto di vista del Design System ci hanno consentito di evolvere verso una scalabilità anche sui brand”.
Una crescita, anche dal punto di vista della scalabilità territoriale, che non ha compromesso l’efficienza operativa. Questo perché “abbiamo aperto piattaforme che ci hanno permesso di entrare in progetti residenziali di diverse gamme e target, scalando territorialmente, tenendo in cloud tutta la parte dei servizi basati a Milano, e la possibilità di operare anche sul territorio romano. Questo è stato possibile senza appesantire una struttura che deve rifarsi ad attività sviluppate in loco, ma gran parte delle fasi di realizzazione e consegna, che sono lunghe, vengono svolte da remoto attraverso la nostra sede centrale.”
RIVOLUZIONATO IL TRADIZIONALE APPROCCIO ANALOGICO
Un approccio molto diverso da quello della distribuzione tradizionale, che è essenzialmente analogico e basato su processi standard, affidati a chi vende, progetta, verifica il progetto e interloquisce col cliente su qualsiasi aspetto, dall’ambito finanziario al saldo. “Abbiamo completamente cambiato questo schema: abbiamo dipartimenti dedicati, digitalizzato tutta la parte di ticketing post-vendita, un centro amministrativo che gestisce tutta la parte finanziaria, verbalizzatori dedicati alla verifica della qualità degli allestimenti, e team di site management che in cantiere verificano tutte le misure e i conflitti tra cantiere e predisposizioni necessarie per gli arredi. Abbiamo team che si occupano solo della vendita e consulenza con un approccio diverso dal venditore classico da negozio, velocizzando il processo di sviluppo dei progetti e restituendo verticalmente e poi esponenzialmente. Abbiamo un CRM che definisce gli appuntamenti e raccoglie feedback sulla qualità percepita dal cliente attraverso survey, con tutto il processo digitalizzato e integrato. La possibilità di scollamento, dimenticanza o errore è ridotta ai minimi termini grazie a questo sistema integrato che gestisce tutte le fasi, riducendo i rischi di perdita di informazioni importanti.”
IL FAMILY CONTRACT
Tutto questo è reso possibile grazie a un approccio data driven. Lo sono “tutte le scelte, anche correttive dei processi” spiega Pascucci. E’ possibile così “monitorare settimanalmente e mensilmente le statistiche di performance. Crediamo fortemente in questa innovazione. Siamo arrivati a creare un Design Club, aperto a collaborazioni con studi di architettura, che vedono in questo servizio una possibile innovazione della loro proposta, permettendo di gestire la complessità senza appesantire la struttura dello studio e offrendo vantaggi sia ai professionisti sia ai clienti.” Si tratta di una nuova unità operativa interna dedicata dunque al “family contract”, specificatamente pensata con servizi ritagliati per i professionisti del mondo della progettazione e dell’Interior Design e per i loro clienti privati. Un vero e proprio “servizio one stop shop” declinato sotto forma di membership club only. Già molti sono i progetti in sviluppo tra i quali uno di recente consegna: si tratta della riqualificazione di un cielo terra risalente agli anni ‘50 nato come porzione di un opificio e convertito nel nuovo millennio in 12 residenze. L’unità è stata trasformata in una dimora urbana, un loft milanese che celebra l’eredità industriale del passato. Il progetto si inserisce tra Sempione e Scalo Farini, un quartiere protagonista di un’importante riqualificazione urbana.
BUSINESS PARTNER DEGLI OPERATORI IMMOBILIARI
Lo speciale rapporto con gli operatori immobiliari è dovuto anche al fatto che “siamo partiti per primi, accreditandoci nel tempo con un track record importante. Ci poniamo – spiega Pascucci – non come fornitori, ma come business partner, coinvolti già nelle fasi iniziali del progetto, per la parte di re-layout delle unità immobiliari, seguendo un principio compositivo che parte dall’arredo piuttosto che dalla tipologia. Il mercato immobiliare è cambiato molto dal 2016, con una domanda crescente post-Expo e una composizione tipologica che premia il bilocale. Milano è abitata per metà da nuclei monofamiliari, con un aumento vertiginoso del costo per metro quadro dal 2021, influenzato dai costi delle aree e di costruzione. Anche nel settore dell’interior, molti marchi medi hanno raggiunto i prezzi dei medio-alti di quattro anni fa.” Un settore in profonda evoluzione, dunque, anche dal punto di vista demografico che sta spingendo fortemente l’asset del build to rent. Un mercato nel quale Contract District Group è presente. “È un tema esplosivo” assicura Pascucci. “Stiamo gestendo grossi progetti, uno tra questi è quello di Generali Real Estate: tutta la riqualificazione del Villaggio dei Giornalisti Maggiolina, con 250 unità immobiliari che saranno pronte nei prossimi 6-8 mesi sul mercato”. L’idea è che “l’affitto di case arredate può diventare una commodity, sulla quale non c’è poi differenziazione. Gli appartamenti arredati si affittano più velocemente e meglio e non si deve gestire la parte di logistica problematica che un singolo appartamento potrebbe comportare”.
A FIANCO DEL POLI.DESIGN DI MILANO
Contract District Group ha anche avviato una collaborazione con il master in Contract Design del POLI.design di Milano di cui sarà contributor e partner. “Ci impegniamo a sostenere l’industria del design e la crescita economica, ridefinendo gli standard del Contract legato al mondo dell’Interior. Il Master ci offre l’opportunità di condividere la nostra esperienza e il nostro distintivo modello di business nel contesto universitario perché riteniamo che la crescita e i modelli di business innovativi siano essenziali per rispondere alle mutevoli esigenze del mercato, superando le limitazioni dei corsi tradizionali”.