Sono i negozi l’asset class non residenziale a maggiore fermento. Lo scorso anno, secondo i dati elaborati dall’Agenzia delle Entrate insieme all’Associazione italiana leasing (Assilea), il comparto retail ha registrato oltre 40.000 unità scambiate, 1.800 in più rispetto al 2022 (+4,5%). In calo, invece, le compravendite di uffici (-1%) e di immobili produttivi (-3,8%).
Secondo le rilevazioni del report, lo stock delle unità immobiliari a destinazione negozi e laboratori, ha raggiunto nel 2023 quota 2,5 milioni. Oltre un quarto del totale si concentra al sud (27,2%), seguito dal nord ovest (24%) e dal centro (21,9%). I tassi di variazione più significativi si in termini di transazioni si sono registrati nelle Isole: +8,3%. Mentre la quotazione media di riferimento, pari a livello nazionale a 1.426 euro/metro quadro, ha mostrato nell’anno un aumento dello 0,6%.
E cosa dire degli uffici? Nel 2023 l’Agenzia delle Entrate ha censito poco più di 628.000 unità immobiliari di tipo direzionale. Poco più della metà dello stock di uffici si trova nelle aree del nord (quasi il 53%), circa il 21% al centro e il restante 26% è ripartito tra sud e Isole. Quanto alle compravendite, dopo due anni di crescita nel 2023 sono scese dell’1% rispetto al 2022, con 13.263 unità scambiate. In flessione anche la quotazione media del comparto, pari a 1.311 euro/metro quadro (-1,3% sul 2022).
Forte calo anche per il mercato degli immobili a uso produttivo (822.000 unità, di cui quasi il 60% situate nell’area del nord). Dopo la consistente ripresa rilevata nel 2021 e il rialzo del 2022, nel 2023 questa asset class ha registrato una variazione negativa nel numero di transazioni (-3,8% rispetto all’anno precedente). La quotazione media annuale di riferimento è scesa così dell’1% se confrontata con il 2022, portandosi a 450 euro/metro quadro.