“Il più grande indiziato di sperpero pubblico degli ultimi anni è stato il Superbonus 110% ma sono stati evidenziati solo gli aspetti negativi di una misura che nel biennio 2021-2022 ha consentito all’Italia di crescere a ritmi superiori a quelli della Cina, (+12,3% Pil contro il loro +11,3%). Ci sono già 7 miliardi di lavori fermi che rischiano di lasciare scheletri urbani”. L’allarme è stato lanciato dalla presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, in occasione delll’Assemblea annuale dell’associazione dei costruttori edili che sembra adesso puntare tutto sulla direttiva Case Green per consentire di risollevare le sorti del comparto edile. Tanto più, alla luce delle previsioni per il 2024 che vedono un calo degli investimenti in costruzioni del 7,4% frutto di un -4,7% per le nuove abitazioni, -27% per gli interventi di riqualificazione, -1% per il residenziale non privato. Tutto questo, compensato in parte dal +20% atteso sul fronte delle opere pubbliche.
“I risparmi energetici conseguiti grazie al superbonus ci permettono di partire da una posizione più avanzata”, hanno spiegato dall’Ance. “Per raggiungere l’obiettivo occorrerà comunque ristrutturare circa un milione di edifici dal 2024 al 2030 e circa altri 450.000 dal 2031 al 2035. Non esiste un’unica ricetta, serve un ventaglio di soluzioni: risorse, incentivi fiscali, strumenti finanziari”.
L’Ance ha mostrato preoccupazioni anche sul fronte della tenuta delle piccole imprese edili alle prese con ritardi dei pagamenti sempre più marcati. “Siamo preoccupati perché cominciamo a vedere dei segnali di rallentamento nei pagamenti alle imprese, è qualcosa che abbiamo già visto in passato”, ha avvertito Brancaccio. “Per questo, vogliamo chiedere al governo di fare una programmazione che permetta alle imprese di poter crescere dopo i fondi del Pnrr e di muoversi in un mercato stabile”.