La filiera delle costruzioni si dà appuntamento a ReBuild, la due giorni di convegni, workshop tematici, incontri coi protagonisti del sistema immobiliare che si incontreranno il 14 e il 15 maggio a Riva del Garda.
Obiettivi della decima edizione dell’evento, delineare nuovi percorsi, offrire soluzioni concrete, dimostrare cosa va fatto, cosa è già possibile fare e cosa si potrà fare per cogliere in pieno le potenzialità della transizione in atto. Puntando i fari anche su esperienze pilota, case history consolidate e nuove frontiere di ricerca, come quella spaziale.
“Il mondo immobiliare si trova ad affrontare alcune delle sfide più decisive di sempre”, afferma Roberto Pellegrini, presidente di Riva del Garda Fierecongressi. “La transizione porterà a nuovi modi di progettare, costruire, riqualificare e gestire gli immobili, e a nuovi modi di viverli, lavorarvi, frequentarli e transitarvi. Tra una settimana a REbuild approfondiremo questi aspetti da ogni angolazione possibile – compreso lo spazio – con l’aiuto di scienziati, esperti, operatori e aziende leader”.
Il tema al centro di questa edizione di REbuild sarà Values drive value. Un messaggio potente, preciso e mirato: “dare spazio ai valori che generano valore – spiega Alessandra Albarelli, direttrice generale di Riva del Garda Fierecongressi – perché gli stakeholder del settore immobiliare convergano sull’obiettivo di generare e tutelare ricchezza patrimoniale, inclusività sociale, benessere delle persone e attenzione all’ambiente”.
NUOVI MODELLI DI BUSINESS
Perché questo accada, ci vuole un allineamento del comparto ai valori della contemporaneità, dove le tematiche su clima, sostenibilità, green, riciclo, decarbonizzazione sono al centro di un radicato sentimento collettivo che in questi concetti vede opportunità di crescita, sviluppo e benessere condiviso.
L’adesione a questi valori comporta un cambio del modello di business culturale e tecnico, nella direzione dell’industrializzazione del settore – tanto per le nuove realizzazioni quanto per gli interventi sul patrimonio esistente – e dell’apertura alla innovazione – che significa formazione, ricerca, tecnologia, nuove declinazioni professionali.
BONUS E CASE GREEN
Uno studio che sarà presentato a Riva del Garda conferma: prendendo ad esempio il modello d’intervento di deep retrofit di Energiesprong – presentata in Italia proprio a REbuild nel 2017 e vincitrice quest’anno del prestigioso Gold World Habitat Award – ne è stata fatta una valutazione della sostenibilità economica in 9 città-campione italiane (Milano, Torino, Firenze, Padova, Mestre, Bergamo, Bologna, Udine, Trieste) per verificarne la fattibilità considerando costi e benefici definiti dal mercato attuale unitamente al calcolo dell’eventuale contributo pubblico necessario a oggi, e, infine, una valutazione della riduzione di tale contributo in funzione della diminuzione dei costi industriali.
Il risultato appare evidente: con una media del contributo pubblico rispetto al costo dell’intervento del 60% iniziale (non distante dagli attuali ‘bonus’ edilizi al 50%), grazie a economie di scala e di apprendimento saremo in grado in tempi relativamente brevi di condurre interventi di deep retrofit senza la necessità di contributo pubblico.
GLI AMBITI DI INTERVENTO
Alla politica, dunque, REbuild propone un duplice binario di intervento statale, sia verso la domanda sia verso l’offerta. Da un lato, spingendo le imprese a intraprendere un percorso di innovazione all’interno di un indirizzo più complessivo di ordine collettivo che è la transizione. Dall’altro, ragionando su politiche di sostegno ai cittadini, differenziate per reddito e area geografica, così che le ‘case green’ e la sostenibilità in generale siano percepite come leve di benessere per individui e comunità.
IMMAGINARE LA CASA DEL FUTURO
Aprirsi all’innovazione per traguardare gli obiettivi della transizione è dunque un passo necessario. Lo sa bene Thales Alenia Space Italia, ad esempio, che per voce dell’Ing. Walter Cugno – Vice-President, Exploration & Science, svilupperà una riflessione sull’abitare e vivere nello spazio, un ambiente ostile in cui è imprescindibile valorizzare al massimo le risorse disponibili, minimizzare gli sprechi e massimizzare gli sforzi in ricerca e sviluppo.
Guardare alle infrastrutture spaziali e ai moduli abitativi lunari e, di seguito, marziani, significa rileggere il concetto di costruzione dalle fondamenta, pensare e progettare gli spazi in modo differente, percorrere strade e soluzioni inesplorate privilegiando pratiche e sistemi che riducano drasticamente l’impatto sull’ambiente. Quali saranno le ricadute possibili sulle case terrestri del futuro? Lo scopriremo mercoledì 15 maggio nel primo pomeriggio alla conferenza intitolata Abitare e vivere nello Spazio. La sfida di chi costruisce infrastrutture per altri pianeti.