Nhood ha ricevuto la certificazione di parità di genere, istituita dal Ministero delle Pari Opportunità del Consiglio dei Ministri. Il processo di certificazione, rilasciata da Uniter, organismo di certificazione accreditato e organismo di ispezione, ha previsto una rigorosa misurazione della rappresentanza di genere all’interno di Nhood sull’intero 2023 attraverso l’utilizzo di precisi indicatori prestazionali (‘kpi’) qualitativi e quantitativi. Sei le aree nel quale sono stati misurati: cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita e d’inclusione delle lavoratrici, equità salariale, infine tutela della genitorialità e conciliazione dei tempi di vita, cura e lavoro.
“La scelta di annunciare il conseguimento della certificazione per la parità di genere nella settimana in cui si celebra la Giornata Internazionale della Donna assume per noi Nhooders un importante significato perché è una delle tematiche che da sempre ci vede coinvolti in prima linea attraverso azioni concrete e politiche di inclusione e valorizzazione delle diversità”, ha affermato Jessica Rendina, HR Manager di Nhood in Italia.
“Secondo il Global Gender Gap Report 2023, sono necessari almeno 169 anni per raggiungere la parità economica, 162 anni per la parità politica e 131 anni per le pari opportunità. Come Nhood, intendiamo giocare un ruolo attivo nella riduzione di questo divario, contribuendo a promuovere la diversity in ogni sua forma e rendere il posto di lavoro sempre più inclusivo e aperto a tutti”.
Un traguardo importante, sottolinea la società in una nota, per un’azienda di servizi come Nhood, sia nei confronti dei suoi primi clienti, quelli interni, i collaboratori, sia per il mercato, e che dimostra il costante impegno nel promuovere politiche professionali di qualità e uguaglianza lungo tutti i livelli dell’organizzazione, ancora di più se misurato all’interno di un settore storicamente maschile come l’immobiliare e in un Paese, l’Italia, che resta fanalino di coda nell’Unione Europea per il tasso di occupazione femminile, oltre che per il grande divario salariale e di carriera. L’Italia è circa 14 punti percentuali al di sotto della media, il 55%, a fronte del 69,3% dell’Ue, secondo un dossier del Servizio studi della Camera. Le donne occupate sono circa 9,5 milioni, contro i 13 milioni di maschi occupati. Una donna su cinque lascia il mercato del lavoro dopo la maternità, che per il 52% delle donne significa inconciliabilità delle esigenze professionali con quelle familiari.