Airbnb chiude il quarto trimestre dell’anno con un fatturato di 2,2 miliardi di dollari in aumento rispetto a 1,9 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Questo, spiega la società, “grazie alla solida crescita dei pernottamenti e delle esperienze prenotate, un modesto aumento della Tariffa Media Giornaliera (‘ADR’) e a un effetto di traino dei tassi di cambio”.
Il quadrimestre risulta tuttavia in perdita, anche a causa di “spese fiscali non ricorrenti”, per 349 milioni di dollari. Il riferimento va ai 779 milioni di euro che Airbnb ha dovuto sborsare al fisco italiano, a seguito dell’accordo firmato con le autorità, dopo il fascicolo aperto dalla Procura di Milano per ‘evasione fiscale’. Il gruppo di affitti brevi sosteneva infatti di non dovere allo Stato il 21% di cedolare secca.
Escludendo queste spese e dopo aver applicato l’aliquota fiscale effettiva a lungo termine prevista del 21%, l’utile netto rettificato è di 489 milioni di dollari, rispetto ai 319 milioni di dollari dell’utile netto del quarto trimestre 2022. “L’aumento dell’utile netto rettificato – evidenzia Airbnb – è dovuto principalmente alla crescita dei ricavi, alla disciplina delle spese e all’aumento dei costi”.