In forte calo le richieste dei mutui. Nei primi nove mesi dell’anno la domanda di finanziamenti ipotecari ha fatto segnare un -19,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. A partire dal mese di settembre, tuttavia, si sono registrati dei timidi segnali di ripresa che hanno portato da una discesa a doppia cifra fino a un -9,2% rispetto al mese precedente. Sono questi i dati forniti da Eurisc (società del sitema Crif). Tra gennaio e settembre, secondo l’analisi di Eurisc, l’importo medio richiesto è rimasto quasi stabile (-0,3%), con un valore complessivo di 144.162 euro. Tuttavia, se consideriamo il solo mese di settembre, si è registrato un amento dell’1,2%.
“In generale, in questi ultimi mesi, le richieste di finanziamento per le famiglie italiane hanno subito un rallentamento a causa dell’inflazione e del contesto geopolitico. Pertanto, un tema cruciale per le banche, da qui ai prossimi mesi, sarà quello della sostenibilità e della qualità del credito”, spiega Simone Capecchi, Executive Director di Crif.
Per quanto riguarda la distribuzione per fascia di importo, nei primi nove mesi del 2023 le richieste di mutuo per importi compresi tra 100.000 e 150.000 euro restano ancora la soluzione preferita dalle famiglie italiane (29,6% del totale). A seguire, la classe di importo 150.000-300.000 euro con una percentuale del 25,9%, mentre quasi il 40% ha richiesto importi fino a 100.000 euro e solo una piccola parte (5,1%) ha superato i 300.000 euro. In relazione alle fasce di età, invece, i richiedenti tra i 25 e i 44 anni sono stati il 60,9% del totale, mentre il 33,4% è composto dai 45-64 anni. Infine, 8 richieste su 10 prevedono dei piani di rimborso che superano i 15 anni, a conferma del fatto che le famiglie italiane privilegiano soluzioni dilazionate nel tempo per non appesantire il bilancio familiare.