Il mercato immobiliare residenziale milanese chiuderà il 2023 con un calo stimato di circa 23.500 compravendite fra abitazioni usate e nuove (-17,8% sul 2022). Previsioni più rosee per gli immobili di pregio del centro storico il cui calo di transazioni si fermerà al -10,3% (pari a 435 compravendite).
Sono questi i dati emersi dall’analisi del ‘Vincenzo Monti Prestige Prime Residential 2023’, secondo cui il fatturato del mercato del lusso milanese chiuderà l’anno con un volume di scambi pari a 823,4 milioni di euro (-3,6% rispetto al 2022). Sul fronte dei prezzi, il valore medio richiesto per gli immobili di lusso è arrivato a toccare i 12.620 euro al metro quadro, che, al netto dei prezzi top, si attesta a 10.824 euro al mq. Rispetto al 2022 c’è stato quindi un aumento dei valori medi di 6,7 punti percentuali. Rispetto all’anno passato, l’offerta di abitazioni sta dando qualche segnale di aumento: a poche settimane dalla chiusura del terzo trimestre sgli esperti hanno registrato un aumento del 4,7% e rappresenta, rispetto al totale generale delle case in vendita in città, circa l’11,8%. Mentre i tempi di vendita sono sostanzialmente rimasti stabili, intorno ai 4 mesi.
“L’incremento dei tassi d’interesse e la contestuale inflazione hanno rallentato il numero di transazioni sul mercato immobiliare residenziale milanese in ogni suo comparto – spiega Andrea Pincherli Vicini, CEO e Founder di Vincenzo Monti Prestige – gli acquirenti, d’altronde, hanno già aggiornato le loro aspettative, mentre molti venditori non hanno ancora preso atto di una sempre più concreta possibilità di assistere ad una fase di re-pricing. Ecco spiegata la forbice fra le richieste di prezzo dei venditori e ciò che gli acquirenti potrebbero essere disposti a pagare. Una forbice che nei prossimi mesi potrebbe ampliarsi, soprattutto per i prodotti di qualità più scarsa.
Secondo Pincherli Vicini, questo rallentamento delle transazioni sarà destinato a perdurare finché il gap tra prezzo di domanda e di offerta rimarrà, ma, sarà meno evidente di quanto molti si aspettano, perlomeno per i prodotti prime. La spinta al cambiamento provocata dal Covid è oramai calata, e gli appartamenti migliori disponibili sul mercato come quelli ai piani alti, con terrazzi, giardini e servizi condominiali, sono stati in gran parte assorbiti dalla domanda. Inoltre, alcuni proprietari hanno preferito mantenerli, togliendoli dal mercato per proteggersi dall’alta inflazione e dalla volatilità dei mercati azionari e obbligazionari, altri li hanno invece affittati.
“Da un’analisi qualitativa del dato – aggiunge – il calo delle transazioni in questo 2023 ha riguardato principalmente immobili di qualità medio-bassa o periferici, in contrasto con la tenuta delle vendite relative al mercato Prime e comunque di immobili con indirizzi centrali. Un mercato dell’immobile di pregio in contrazione, quindi, solo se confrontato con le eccezionali performance del 2022 e per prodotti di standing inferiore o comunque più decentrati. Tutto ciò ci porta a dire che stiamo vivendo una fase di stabilizzazione del mercato Prime, piuttosto che di una sua vera e propria flessione”.