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Il lusso in affitto temporaneo, Nativo cresce e punta all’internazionalizzazione

Il lusso in affitto temporaneo, Nativo cresce e punta all’internazionalizzazione

Di Maria Elena Molteni
14 Marzo 2023

Ha intercettato una tendenza che, se nelle altre capitali europee era già radicata, a Milano stava per nascere: l’affitto temporaneo di immobili di lusso a inquilini alto spendenti e ‘mobili’. Fondata nel 2020 da Sara Lini e Adriano Frigoli, Nativo gestisce circa 30 proprietà e il numero è in costante crescita. L’obiettivo è consolidare il mercato milanese e replicare nelle altre grandi capitali internazionali, andando a raggiungere nel 2023 il milione di euro di giro d’affari, dopo avere chiuso il 2022 con 400mila euro di fatturato. Il tutto in soli due anni. Grazie anche a Brexit e alla flat tax, il regime fiscale agevolato per gli imprenditori stranieri che si trasferiscono in Italia e che pagano un’imposta forfettaria di 100.000 euro sui redditi (introdotta con la Legge di Bilancio 2017, promossa dal Governo Renzi per attrarre in Italia High net worth individual, ndr)

Come nasce Nativo?
“Io e Sara eravamo ancora a Madrid, studenti, io nel mio anno di master e lei in Erasmus. Già eravamo ‘viaggiatori seriali’ ed eravamo soliti affittare il nostro appartamento, indipendentemente dalla lunghezza del viaggio, ad ogni nostra partenza. In quel momento Airbnb era ancora una novità, stiamo parlando del 2016 e non c’era ancora nessuna società che  gestisse immobili per questi brevi periodi di locazione. Da questa piccola abitudine abbiamo poi, finito gli studi, fatto nascere un business (Housy). Ci siamo chiesti come aiutare altri proprietari a mettere a reddito il loro immobile, come facevamo noi. Abbiamo colto un bisogno molto presente sul mercato a fronte di nessuna società che fosse in grado di gestirlo. Nel giro di poco, siamo arrivati a gestire un centinaio di appartamenti. Abbiamo combinato questa attività, nata un po’ per caso, con la nostra passione sempre più crescente per l’interior, per le case curate e belle. Siamo quindi passati da un business di gestione di case ordinarie a proprietà di pregio, lanciando un nuovo concept a Milano. Da subito ci è stato chiaro che, per entrare in determinati contesti e poter gestire immobili di un certo tipo, era necessario rivolgerci ad un alto target. Il Covid, da questo punto di vista, ha reso più fluida la transizione e l’ha accelerata. Abbiamo trovato una nuova nicchia di mercato molto scoperta: a Milano, rispetto ad altre capitali europee, si fa molta fatica a trovare un prodotto di alto livello di affitto per periodi che vanno dal mese all’anno”.

Quali le ragioni di questa difficoltà?
“Diverse: forse Milano rispetto a Londra e Parigi è sempre stata meno trafficata, meno abituata a ricevere persone che soggiornassero per periodi brevi e, dunque, era un po’ meno preparata. Tendenzialmente a Milano l’immobile di lusso si acquistava. Non esisteva la cultura di costruire un immobile molto bello per metterlo a reddito. In questo momento, Milano attrae sempre più persone e talenti che vengono a vivere per un periodo definito o indefinito e hanno bisogno di questo tipo di immobili. Qualcosa che si sta evolvendo e stiamo andando in una direzione più simile a Londra, dove è consueto che le case anche di altissimo livello si affittino per mesi e con molta più flessibilità e stock più disponibili, ovviamente a prezzi molto elevati”.

Un fenomeno che a vostro avviso può diventare più strutturale nell’alto di gamma?
“Difficile dirlo, nel senso che sradicare l’idea di acquisto della casa di lusso è un po’ precoce. Molto più usuale negli stranieri che hanno uno stile di vita che li porta a cambiare spesso città e dunque a prediligere l’affitto. Gli italiani vivono l’affitto come qualcosa di temporaneo, in attesa di acquistare una nuova casa. E infatti riceviamo anche molte richieste per l’acquisto. Ma il nostro target è l’alto spendente, dai 35-45 anni in su: cambiando generazione e cambiando anche lo stile di vita, che diventa sempre più mobile, riteniamo che si possa indicare una tendenza in questo senso. Lo vediamo, del resto, anche dai proprietari di case che ci affidano in gestione le loro case: si tratta di persone che hanno comperato la prima casa, l’hanno ristrutturata  e creato spazi da vivere in prima persona e che sempre di più hanno necessità di spostarsi, chi a Miami, chi a Dubai, chi a New York per lavoro. Portano con sè l’intera famiglia e, spesso e volentieri, riceviamo richieste per affittare la loro stessa prima casa. Siamo stati abbastanza convinti nel puntare su questo modello e stretto le maglie della selezione, puntando su immobili molto più belli, confortevoli, in location che possano essere interessanti per i nostri ospiti con metrature generose. Immobili arredati con i brand più rinomati del design, ma anche con arredi su misura, di grande qualità e customizzati”.

Fornitori dunque in Brianza?
“Se la casa ha bisogno di una ristrutturazione o di un restyling, mettiamo insieme diverse figure professionali, designer che collaborano con noi, l’impresa e strutturiamo un progetto per ottimizzarlo. In questo senso ci affidiamo all’artigiano brianzolo, al falegname il tappezziere per creare prodotti molto ben fatti. Ci rifacciamo proprio al nostro nome: Nativo. Portiamo sul mercato prodotti costruiti e realizzati negli anni dai grandi architetti milanesi, negli anni ‘50-’60-’70, che cerchiamo di riportare a nuovo, valorizzare, perché rispecchiano l’anima della città. Qualcosa che esprime l’identità della città stessa”.

Come avviene la ricerca della casa e quali sono i parametri?
“Prediligiamo immobili di zone centrali e consideriamo zone più ‘periferiche’ se in contesti molto particolari, davvero speciali. In secondo luogo la metratura. Nulla sotto i 100 metri quadri. Poi si passa all’architettura dello spazio, che deve essere molto luminoso, escludendo, con poche eccezioni, i piani terra. Quindi si passa al livello delle finiture. L’interior e lo stile devono essere qualcosa davvero di bello da vivere. Una selezione molto severa spesso affrontata con gli inquilini stessi”.

Quali piazze oltre a Milano o state consolidando?
“L’obiettivo principale è ora consolidare il mercato milanese e posizionarci come punto di riferimento nell’affitto di lusso a Milano. Abbiamo in target di duplicare alla fine di questo anno, come minimo, il numero di appartamenti in gestione. Molti sono nella fase di onboarding, che può anche essere molto lunga nel nostro caso, perché spesso sono richiesti lavori di ristrutturazione. Una volta consolidata la presenza a Milano abbiamo intenzione di replicare l’attività in città come Parigi, Londra, Berlino e anche fuori dall’Europa”.

I servizi sono un aspetto fondamentale della vostra attività
“Sono degni dell’hotellerie di lusso: non soltanto servizi di pulizie, ma anche dog sitting, personal training, chef a domicilio e molti altri, finalizzati a offrire la miglior esperienza abitativa agli ospiti più esigenti. Collaboriamo con figure che si occupano delle richieste dei clienti gestendo le situazioni e le richieste di chi viene a vivere a Milano e non la conosce”.

La ricerca dell’originalità e della autenticità degli appartamenti dove vi porta?
“Si prediligono le zone centrali, ma l’unicità e la qualità del prodotto ci porta anche non nelle zone centrali. La richiesta standard ci chiede il Quadrilatero, Brera e Magenta. Restano le zone più richieste. Oppure anche Buonarroti, Wagner, dove sono stati costruiti immobili immersi nel verde e di qualità, oppure è in grande rispolvero la zona di Risorgimento, via Archimede, via Goldoni con palazzi molto belle e dalle grandi potenzialità”.

Gli inquilini prevalentemente da dove arrivano?
“Prima della guerra in Ucraina, la prevalenza era russa. Circa il 40%. Ora, la stragrande maggioranza è rappresentata da persone che si trasferiscono da Londra per motivi di lavoro, ma anche in conseguenza della flat tax, che porta in Italia persone che vengono da tutto il mondo: messicani, brasiliani, canadesi, americani, francesi. Queste le nazionalità princili. Brexit e flat taxi sono i due driver principali”.

 

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