Risultati in forte crescita per Covivio nel 2022. I ricavi consolidati si sono attestati a 968 milioni di euro, di cui 633 milioni di euro di pertinenza del gruppo, in aumento del +12,7% a perimetro costante. Siglati nuovi accordi vincolanti di vendita per 485 milioni di euro, al di sopra dei valori del 2021 e sono state realizzate vendite per 711 milioni. Sul fronte dell’indebitamento netto, la società ha ridotto lo stock di 220 milioni di euro, mentre i finanziamenti del 2022 sono stati pari a 1,1 miliardi di euro, principalmente green, di cui 0,9 miliardi relativi al secondo semestre del 2022. Il risultato netto ricorrente (Epra Earnings rettificato) è risultato in crescita del 5% a 430 mln di euro (pari a 4,58 euro per azione)
Tra gli altri dati evidenziati dal bilancio appena chiuso, il patrimonio è risultato stabile a perimetro costante a a 26 miliardi di euro. In crescita del 10% (107,8 euro/azione) il Nav di liquidazione (Epra Ndv) grazie alla valutazione al fair value degli strumenti di copertura del debito a tasso fisso.
“Nel 2022, Covivio raccoglie i frutti della sua strategia, con una crescita record dei ricavi e un aumento del 5% degli utili, un patrimonio certificato al 93% e un’elevata soddisfazione dei clienti. Fiduciosi nella nostra capacità di adattarci in modo efficace, ci stiamo preparando per il futuro. Gli adeguamenti annunciati alla fine del 2022 per rispondere al nuovo contesto sono in corso di attuazione, in particolare con 200 milioni di euro di vendite negoziate alla fine dell’anno. Continueremo quindi a beneficiare della solidità del modello di Covivio basato su diversificazione, centralità, immobili sostenibili e approccio client centric”, spiega Christophe Kullmann, Amministratore Delegato di Covivio.
Secondo le previsioni di Covivio, la buona performance operativa dovrebbe consentire alla società di compensare l’aumento dei costi finanziari e l’impatto del contesto di mercato sugli uffici non core nel corso del 2023. Non solo. Si dovrebbe raggiungere l’obiettivo di dismettere 1,5 miliardi di euro entro la fine del 2024 (compresi i 200 milioni di euro negoziati nelle ultime settimane) e riorientare la pipeline di sviluppo. In termini di redditività, il Cda ha proposto di mantenere il dividendo a 3,75 euro per azione, con l’opzione di pagamento in azioni, sostenuta dai principali azionisti (51% del capitale).
Alexei Dal Pastro, amministratore delegato Italia di Covivio, in occasione della presentazione dei risultati 2022, ha fatto notare però che “dalla fine del primo quarter dell’anno scorso, il contesto macroeconomico è cambiato drasticamente. A partire dall’inflazione che ha avuto una ricaduta sui tassi di interesse, che sono poi correlati alle valutazioni degli immobili”. Uno scenario che “ha reso sfidante la produzione di questi risultati”. Certo, il tema stesso dell’inflazione va valutato sotto più di un punto di vista: “se è negativa per i costi di costruzione, contemporaneamente mitiga l’effetto negativo sui costi”. Un aiuto è arrivato anche dal “megatrend” degli hotelCi sono dei mega trend “che hanno aiutato molto, così come il residenziale che prosegue nella sua positiva performance”. Sul fronte uffici (che poi è la maggioranza dell’investimento di Covivio) “continua ad andare bene la parte ‘prime’, che meglio risponde alle esigenze e alla evoluzione della domanda.
Dal Pastro ha ribadito il forte focus sulla città di Milano e l’indicazione del progetto su Scalo di Porta Romana come quello “di punta” della società. “Oggi – ha detto – si presenta come vero e proprio cantiere. Abbiamo ottenuto il permesso di costruire e abbiamo incaricato i general contractor. Per quanto ci riguarda siamo focalizzati più sulla parte che affaccia su piazzale Lodi”. L’obiettivo è “cercare di creare un quartiere che sia un punto di riferimento a Milano e in Europa”. Certo, non ha mancato di sottolineare, “ci vorrà tempo, ma l’obiettivo è dare un prodotto assolutamente moderno ed evoluto. L’evento olimpico sarà nel 2026, mentre la materializzazione del grosso di questo progetto avverrà tra il 2026 e il 2027. È una sfida ma anche un piacere poter lavorare su questi progetti, dove cercheremo di declinare tutte l’esperienza che abbiamo maturato non solo a Milano ma anche a livello internazionale”. Intanto, ricorda, “nel 2022 siamo riusciti a chiudere l’acquisizione dell’area, stiamo andando avanti con le bonifiche e l’iter amministrativo”. Ora, la speranza è che la pubblica amministrazione “ci segua per ottenere i permessi e andare avanti spediti”.
E Milano, del resto, è la città “l’unica” – assicura Dal Pastro, sulla quale il gruppo punta in Italia. “Se escludiamo il nostro veicolo degli immobili di Telecom Italia, abbiamo il 95% del portafoglio italiano a Milano. Alla fine del 2015 eravamo al 48%, abbiamo fatto una rotazione sostanzialmente completa”. Quello di Milano è “un mercato con un trend estremamente positivo sul fronte delle locazioni. Sul fronte del take up, i contratti di locazioni sono arrivati a 487.000 mq nel 2022, pari a una crescita importante del 41%. Crescono gli affitti e il prime rent, che dovrebbe essere l’affitto massimo nel centro storico ristrutturato, è quasi a 700 euro al metro quadro”.
di Tobia Zanotti e Maria Elena Molteni