Riparte il mercato delle case vacanze per la terza età. Nel primo semestre del 2022, secondo l’analisi di Tecnocasa realizzata utilizzando i dati provenienti dalla sua rete di agenzie, la percentuale delle transazioni concluse da pensionati si è attestata al 7,7% del totale, in leggero aumento se confrontata con lo stesso periodo del 2021 quando si fermava al 7,1%.
Nella maggior parte dei casi la motivazione principale dell’acquisto è legata alla ricerca di una casa in cui vivere (66,8% dei casi abitazione principale), seguita da un 20,7% che lo ha fatto per investimento il 20,7%) e per l’acquisto della casa vacanza nel 12,5% dei casi.
“La quota di acquisti per investimento è in calo rispetto al primo semestre del 2021”, spiegano gli esperti di Tecnocasa, “mentre si registra un deciso aumento della percentuale di compravendite di case vacanza che è passata dal 9,1% al 12,5%”.
La casa vacanza negli anni del covid ha visto un aumento importante delle compravendite, tendenza che però non aveva riguardato i pensionati che nel 2020 e nel 2021 avevano accelerato sul segmento dell’abitazione principale, mentre nella prima parte del 2022 è proprio la casa vacanza a mostrare una maggior vivacità.
I pensionati hanno ricercato e acquistato soprattutto trilocali che si hanno interessato il 36,8% delle scelte. Interesse crescente anche per le soluzioni indipendenti e semindipendenti che sono passate dall’11,4% della prima parte del 2019 al 14,6% del primo semestre del 2022. “Anche i pensionati, causa pandemia, hanno optato più spesso per abitazioni dotate di spazi esterni, tendenza che prosegue anche nel 2022″, continuano da Tecnocasa secondo cui nei mesi scorsi si è registrato un deciso aumento della percentuale di acquisto di bilocali che nel 2020 e nel 2021 erano scesi al di sotto del 23%, effetto attribuibile anche in questo caso alla pandemia che aveva penalizzato le soluzioni dalle metrature più contenute.
“La quota di pensionati che acquista accendendo un mutuo è bassa”, avvertono gli esperti di Tecnocasa, “e si attesta al 10,5% sul totale delle compravendite. Si tratta di una percentuale in ulteriore calo rispetto agli anni precedenti, anche a causa dell’aumento dei tassi sui mutui che porta a un maggiore utilizzo di capitale proprio”.