Serve più gradualità nell’applicazione della direttiva Ue sulle case green. Il costo medio per ogni intervento si collocherebbe infatti oggi all’interno di una forchetta compresa tra i 40.000 e 55.000 euro per appartamento. E’ questa la richiesta dell’Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, che ha formulato alcune stime sull’impatto dell’attuazione della direttiva approvata in prima istanza dalla Commissione Ue e che a marzo sarà votata in plenaria dal Parlamento.
La direttiva prevede che entro il 1° gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali debbano raggiungere la classe energetica E e, entro il 2033, la classe D per arrivare nel 2050 a zero emissioni.
Secondo il Presidente dell’Oice, Giorgio Lupoi “bisogna considerare che con il Superbonus l’Italia è già andato avanti sulla linea del miglioramento dell’efficienza delle nostre abitazioni anche in termini di sostenibilità ambientale, pur con tutte le difficoltà che stiamo segnalando sul blocco dei crediti che sta mettendo in ginocchio professionisti, società e imprese e per questo vorremmo si riuscisse a trovare il modo per superare le difficoltà attuali. Siamo comunque pronti a intervenire e ad accelerare anche a valle delle nuove regole Ue, siamo d’accordo però che occorra introdurre con gradualità di obblighi così impattanti sulla vita della collettività, quindi sarebbe positivo se si arrivasse ad un’attuazione flessibile”.
Ma è Fabio Tonelli, Coordinatore del Gruppo di Lavoro sul Superbonus a scendere nel dettaglio stimando l’impatto delle nuove regole che chiedono di arrivare alla classe D entro il 2033. “Elaborando alcuni dei dati acquisiti con gli attuali incentivi, un edificio tipo costruito negli anni Ottanta e ubicato a circa 400 metri sul livello del mare, nell’ipotesi di 5 piani fuori terra, con appartamenti della superficie media di circa 105 mq, il passaggio da una attuale classe G alla classe D porta ad un costo minimo medio di circa 40.000 euro ad appartamento con intervento sull’involucro esterno (pareti, copertura e solaio sottostante al primo piano riscaldato)”. Con un intervento più organico (infissi, caldaie e impianto fotovoltaico condominiale) se ne dovrebbero aggiungere altri 20.000 circa per appartamento. Gli importi riportati da Tonelli comprendono lavori, spese tecniche ed iva al 10%.
“Sarebbe auspicabile che unitamente all’aspetto energetico si tenesse conto anche della pari necessità di riqualificare sismicamente il patrimonio edilizio italiano”, conclude Tonelli. La spesa stimabile per interventi di miglioramento sismico non invasivi (rafforzamenti locali, antiribaltamento dei paramenti esterni e ripristino di parti ammalorate) per la medesima tipologia di edifici, in zona sismica 1 e 2, è oggi stimabile pari a circa 55.000 euro per appartamento.”