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I centri commerciali stanno tornando a livelli pre covid

I centri commerciali recuperano appeal e tornano ai livelli pre-covid

Fatturato 2022 su del 13,7%

Di Tobia Zanotti
6 Febbraio 2023

I centri commerciali rialzano la testa. Dopo la forte contrazione registrata nell’epoca della pandemia, il fatturato delle strutture retail è tornato a crescere nel corso del 2022 ritornando a livelli pre-covid e segnando una forte crescita rispetto al 2021.

E’ questa la sintesi più rilevante del monitoraggio realizzato dall’Osservatorio del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali – Cncc, che ha analizzato un panel più rappresentativo dell’industria dei centri commerciali in Italia, a cui partecipa il 100% dei negozi di 300 strutture, pari a circa 10 mila attività.

Dai dati è emerso chiaramente che il trend di ripresa dell’Industria dei centri commerciali, già rilevato nel 2021, si è consolidato ulteriormente nel 2022 registrando un netto miglioramento del fatturato con una crescita del +13,7% rispetto all’anno precedente.

Se per il raffronto con il 2022 si considera, invece, il 2019, anno pre-pandemia, i fatturati dei centri commerciali risultano quasi in linea con un lieve calo di circa il 3%: questo risultato evidenzia una solida ripresa per tutto il comparto, alla luce del fatto che il primo trimestre del 2022 è stato ancora fortemente influenzato dall’impatto della variante Omicron.

“Se si considera solo il periodo da aprile a dicembre 2022 – di fatto esente da effetti legati dalla pandemia – la parità con il 2019 è quasi raggiunta (-0,6%)”, spiegano gli esperti del Cncc secondo cui gli ingressi hanno mostrato un costante miglioramento seppure con un recupero più lento. Andamento che consente di prevedere un ritorno ai livelli pre-Covid nel corso del 2023.

Il 2022 si è chiuso, infatti, con una notevole crescita rispetto al 2021 (+14,1%), ma la voce ingressi presenta ancora un gap, seppure si stia gradualmente riducendo, se il raffronto avviene con il 2019 (circa -15%).

Secondo l’analisi del Cncc, i clienti continuano a premiare l’offerta dei centri commerciali, che si evolve in linea al contesto in cui operano, così come ai nuovi bisogni in termini di prodotti e servizi, ma anche di esperienza d’acquisto. Un impulso, infatti, è dato sicuramente anche da una sempre maggiore implementazione della strategia omni-channel, che si sta rilevando vincente su tutti i canali, e dall’impegno dell’Industria nell’introdurre innovazioni digitali e creare nuove esperienze di visita.

Entrando più nel dettaglio, dal raffronto del fatturato 2022 con il 2021, tutte le categorie merceologiche hanno riportato un andamento in crescita, ad esclusione dell’elettronica di consumo che ha segnato una minima flessione (-0,3%): la migliore performance è data certamente dall’accelerazione della ristorazione (+43%), cura persona, salute (+18,5%), cultura e tempo libero (+14,3%), abbigliamento (+15,3%), attività di servizi (+10,6%) e beni per la casa (+9,2%).

Se si confrontano, invece, i fatturati degli anni 2022 e 2019, le categorie merceologiche con andamento positivo sono quella relativa ai beni per la casa (+3,6%) e cultura e tempo libero (+2,3%), sostanzialmente in linea l’elettronica di consumo (-0,1%), mentre non hanno ancora del tutto recuperato cura persona, salute (-1,3%), abbigliamento (-4,9%) e attività di servizi (-16%).

Un commento a parte merita, anche in questo raffronto, la ristorazione che ha registrato un calo del 7%, a causa delle restrizioni ancora vigenti a inizio 2022.

Infine, a dicembre 2022, tra i mesi più importanti per l’Industria grazie allo shopping natalizio, l’Osservatorio Cncc ha registrato un +6,8% alla voce fatturati, rispetto al 2021, e un allineamento di fatto rispetto al 2019 con un -0,8%. Inoltre, il dato fornito dal monitoraggio degli ingressi mostra un +7,8% rispetto al 2021, mentre resta ancora in negativo (-12,7%) rispetto al 2019. Per quanto riguarda le categorie merceologiche, particolarmente incoraggiante il dato della ristorazione, una delle attività maggiormente colpite negli ultimi anni a causa delle restrizioni più prolungate, in crescita di oltre il 27% rispetto al 2021, mentre si riposiziona al trend del 2019 (+1%).

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