Sono state 113.056 pari a 309 al giorno e 13 all’ora le unità immobiliari oggetto di asta in Italia nell’anno 2022 con un controvalore di oltre 16,3 miliardi di euro e offerte minime di 12,5 miliardi, in calo del 10,33 % rispetto all’anno precedente, ma al di sotto del 44,75% rispetto al periodo pre covid.
Sono i dati forniti dal Centro studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions secondo cui “esistono e continuano a essere mantenute attive procedure riferite agli anni 1981, 1982 1983 e così a seguire. Fa effetto sapere che, nonostante i tempi dei tribunali sembrano ridursi, esistono e sopravvivono, da prima del 2010, 41 anni di costi attivi, senza arrivare alla chiusura e all’estinzione della pratica” dichiara Massimiliano Morana, AD di NPLs RE_Solutions.
Dei 113.056 immobili in asta, oltre il 37,89% ricadono nelle regioni del Nord Italia, il 24,68% al Centro, il 22,17% al Sud e il 15,26% nelle Isole. Al primo posto per numero di esecuzioni nel 2022, si è imposta la Lombardia con il 15,22%, seguita d Sicilia (11,15%), Lazio (8,82%), Campania (7%) e Toscana (6,96%), che ha conquistato la posizione che nel 2021 era occupata dal Veneto.
Non solo. 15 province, da sole, hanno generato il 36,6% delle aste su base nazionale. Si tratta di Roma (5,35% del totale), Milano (3,53%), Napoli (3,18%), Catania (2,77%), Perugia (2,64%), Brescia (2,36%), Bergamo (2,12%), Cosenza (2,07%), Macerata (1,93%), Palermo (1,92%), Sassari (1,82%), Bari (1,79%), Torino (1,77%), Ancona (1,76%) e Cagliari (1,60%).
“Nel 2022 la provincia di Roma supera per la seconda volta Milano detenendo il record come la provincia con maggior numero di esecuzioni immobiliare d’Italia”, spiegano gli esperti. “L’area metropolitana di Milano, invece, seconda in classifica, si contraddistingue per la presenza del comune di Pioltello, 37.045 abitanti, che conta (anche in Covid-Time) 311 immobili pubblicati in asta nel 2022, di fatto u’asta ogni 119 abitanti e ogni 50 nuclei familiari, facendone uno dei comuni italiani con il maggior numero di aste nel periodo. Basti solo pensare che Milano città, con i suoi 1.351.562 abitanti, ne ha pubblicate 966, cioè 1 asta ogni 1.399 abitanti”.
Tipologie immobiliari in asta
Secondo l’analisi di NPLs RE_Solutions, solo il 57,45% delle unità immobiliari all’asta è riconducibile alla categoria “residenziale” ed è costituita da appartamenti, monolocali, mansarde, attici, ville e villette, nella maggior parte dei casi tutte abbinati ad autorimesse e/o cantine; a queste, si deve sommare il dato del 10,62% di posti auto e autorimesse vendute frazionate. “Il numero è in fase di «ripresa» rispetto agli anni precedenti e stabilisce che il 68% delle unità in asta è riconducibile a immobili residenziali e ai suoi accessori (cantine e autorimesse)”, spiegano gli esperti.
In aumento invece al 12,28% negozi, uffici e locali adibiti a uso commerciale che, se sommati al 3,3% dei capannoni industriali, commerciali e artigianali, opifici e ai laboratori e al 3,05% dei magazzini, si attestano al 18,63%, dato notevolmente più elevato rispetto agli anni precedenti e con un significativo valore dell’immobiliare sottostante.
Una fetta importante, l’11,42%, è dato dai terreni, agricoli ed edificabili, incluse sia aree importanti situate nelle più prestigiose zone viticole del Paese, sia un buon numero di terreni edificabili che oggi non hanno più l’appeal commerciale di una volta, quando i comuni consentivano l’iper-edificazione in cambio del pagamento di “oneri di urbanizzazione”. È doveroso precisare che dette aree sono concentrate prevalentemente in provincia al di fuori delle grandi aree metropolitane.
Mentre lo 0,49% riguarda cantieri in corso di costruzione, finiti, semifiniti, abbandonati o parzialmente realizzati che, sotto la guida di una diligente imprenditoria locale, possono rivelarsi un valore aggiunto significativo, riducendo altresì lo sfruttamento del territorio e togliendo alle amministrazioni comunali il problema della sicurezza dei luoghi di cantiere abbandonati e, a volte, anche pericolosi.
Anche poco numerosi da un punto di vista percentuale, con solo lo 0,47% di immobili in asta, sono degni di nota le strutture adibite a hotel e altre strutture alberghiere; questi non si limitano solamente oramai più a microstrutture a conduzione familiare, ma si tratta spesso anche di asset di interesse elevato e con una storia, per i quali si sono lette interessanti notizie di attenzioni, anche estere, essendo dei pezzi unici del nostro patrimonio culturale.
Nel restante 0,87%, denominato “altro” e “immobili a destinazione speciale “sono presenti una serie di unità immobiliari di diversa natura e anche di difficile ricollocazione; per dare un’idea di quali beni sono inclusi in questa categoria, estraiamo i più curiosi: oratori, trulli, teatri, cappelle cimiteriali, caserme, frantoi…