L’aumentata incertezza politica e il cambio di governo in Italia hanno creato timori di un possibile cambio di rotta nelle relazioni con l’Europa, nella gestione del debito pubblico e nell’attenzione al problema della stabilità finanziaria del Paese e dei suoi effetti sulle condizioni del credito. E’ questo la view di Giulia Ghiani, Head of Research & Data Intelligence di Cbre Italy secondo cui, “In un contesto di rallentata crescita economica e persistente cost-push inflation, la politica monetaria diventa meno efficace e molto dipende dalla capacità del Governo di dosare le politiche fiscali tra il lato dell’offerta (sostegni alle imprese) ed il lato della domanda (investimenti pubblici)”.
Secondo Ghiani, diversi segnali rendono ottimisti sulla capacità dell’Italia di superare le attuali difficoltà. “La crescita economica recente ha sorpreso per la sua intensità e nel 2023 sarà forse superiore alle aspettative. L’inflazione da costi dovrebbe tornare sotto controllo nel corso del prossimo anno grazie agli approvvigionamenti alternativi di energia e alla tendenza in atto nei mercati delle materie prime a stabilizzarsi, la politica fiscale sarà moderatamente espansiva sia dal lato della domanda che dell’offerta, favorendo la ripresa in condizioni di stabilità finanziaria”.
L’aumento del costo del capitale determinato dalle politiche monetarie restrittive, il peggioramento delle aspettative di crescita per il prossimo futuro, il quadro di maggiore incertezza e il peggioramento delle condizioni per investire, nell’analisi di Ghiani hanno portato a un atteggiamento attendista degli investitori del Commercial Real Estate e istituti di credito a partire dalla fine dell’estate 2022. Questa situazione è stata aggravata dalla volatilità dei prezzi delle commodities, per gli effetti negativi sui costi di costruzione, una sfida per la sostenibilità dei nuovi sviluppi immobiliari.
“Da metà 2022, l’aggiustamento dei prezzi sui mercati degli asset in risposta ai mutamenti macroeconomici e alla contrazione dei margini operativi delle imprese (maggiori costi dell’energia) ha determinato un incremento dei rendimenti del Commercial Real Estate trasversale a tutte le asset class”, ha aggiunto l’esperta di Cbre. “Questo processo, unitamente a una probabile contrazione dei volumi di investimento, proseguirà per tutta la fase di normalizzazione monetaria, instabilità dei mercati delle materie prime e incertezza macroeconomica che caratterizzerà, almeno in parte, anche il prossimo anno. Non esistono tuttavia elementi perché l’Italia possa avere una dinamica divergente da quella attesa per i principali Paesi Europei, sia per i volumi d’investimento che per la dinamica dei rendimenti immobiliari, in quanto la crescita italiana mostra segni positivi di resilienza in assenza di segnali di instabilità finanziaria”.