Non migliorano gli effetti della pandemia sull’attività giudiziaria e sulle procedure esecutive. La conferma è contenuta nei dati elaborati dall’Associazione T6 – Tavolo di Studio sulle Esecuzioni Italiane secondo i fascicoli iscritti sono passati dai 31.147 del 2020 ai 36.115 del 2021, mentre i procedimenti definiti si sono mantenuti in linea con quelli di un anno prima, decisamente inferiori ai dati del 2019. Si è infatti passati dagli 88.913 del 2019 ai 66.480 del 2020 ai 66.111 del 2021. La notizia positiva, anche se ancora legata alla diminuzione delle iscrizioni, è legata alle procedure pendenti, in calo dell’8,3% a quota 165.872.
Gli effetti della pandemia, secondo gli esperti dell’Associazione T6, hanno determinato un forte impatto sulla durata media delle procedure. Nel 2019 la durata media dei procedimenti si attestava infatti a 4,62 anni, mentre nel 2021 si è arrivati a toccare quota 5,33 anni. Dato in ulteriore peggioramento rispetto a quello del 2020 (5,31 anni).
Dal report è poi emerso che circa il 50% delle procedure effettivamente definite nel 2021 si è chiuso con aggiudicazione (in media occorrono 6,22 anni per arrivare alla vendita giudiziale), mentre più del 35% sè stato definito per via stragiudiziale, con una media di 3,55 anni.
Guardando al dettaglio territoriale, i Tribunali del Nord Est sono risultati i più virtuosi con una durata media di 4,47 anni per la definizione dell’intera procedura con Trieste in grado di chiudere le procedure esecutive in appena 2,5 mentre è quello di Gorizia il tribunale che arriva prima alla vendita giudiziale con una media di 2,2 anni.
“La nuova edizione dello Studio dei tempi, profondamente rinnovata anche nella metodologia di ricerca grazie a una analisi dettagliata delle fasi delle procedure esecutive, ha l’obiettivo di facilitare l’individuazione di eventuali attività per arrivare ad una maggiore efficienza a livello nazionale”, ha spiegato Marco Pesenti, presidente dell’Associazione e senior partner de La Scala società tra Avvocati. “Il punto di partenza per raggiungere questo obiettivo sarebbe, comunque, lavorare su interventi specifici, anche di carattere tecnologico, che siano in grado di dare un effettivo impulso positivo ai tempi della Giustizia. Certamente, lo studio dimostra ancora una volta che la pandemia ha colpito il settore e per valutare l’effettiva ripresa delle performance dei tribunali ed il superamento degli impatti, dovremo attendere i dati del 2022 e, forse anche quelli degli anni successivi, sperando che la tendenza al miglioramento venga confermata.”