Il superbonus sta per assumere una diversa connotazione rispetto. Contributi giù al 90% rispetto al 110% e una nuova serie di limiti e paletti che ne ridurranno l’incidenza se confrontato con il passato. Ma quali sono stati gli effetti del superbonus sul comparto immobiliare e quali i risparmi in termini energetici per il Paese? A fare il punto ci hanno pensato gli analisti di Gabetti che hanno passato in rassegna le risposte fornite da un campione di 986 condomini che hanno usufruito del superbonus.
“Nel corso del primo semestre del 2022, l’interesse verso il Superbonus 110% da parte di operatori del settore e beneficiari è cresciuto esponenzialmente”, ha spiegato De Biasio, amministratore delegato di Gabetti Lab. “Infatti, secondo dati Enea, da gennaio 2022 ad agosto 2022 il numero dei progetti asseverati e dei relativi investimenti è quasi triplicato. Tra le diverse tipologie di edifici ammessi alla detrazione, i condomini sono quelli che più di altri ne hanno beneficiato. Per i 37.838 progetti in condominio asseverati (circa il 12,3% del totale edifici), l’investimento generato ammonta a 22 miliardi di euro, circa il 43,3% del totale. Seguono gli edifici unifamiliari, che a fronte di 178.785 progetti asseverati hanno generato un investimento di 20 miliardi (39,6% sul totale), e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti che, dei 90.562 progetti asseverati hanno generato 8,7 miliardi di investimento (17,2%)”.
Rispetto all’impatto economico, l’analisi ha consentito di calcolare il risparmio economico generato e il volume d’affari, il credito d’imposta, il residuo a carico dei condomini, i costi per gli interventi che riguardano la riqualificazione della centrale termica, e quelli per gli interventi su involucro.
L’importo totale dei lavori deliberati è di 2.087.751.955 euro, di cui una quota residua del 2% riguarda interventi di ristrutturazione edilizia non legati all’efficientamento energetico.
Per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione energetica, il 92%, pari a 1.921.630.658 euro, riguarda gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate (cappotto termico) che interessano l’involucro degli edifici, mentre circa il 6%, pari a 118.567.091 di euro, gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali (generatori di calore).
Sul fronte della modalità di pagamento, sommando i lavori previsti per tutti i 986 condomini, è prevista una cessione del credito di imposta pari a 2.052.052.647 di euro (compreso quello previsto per la ristrutturazione edilizia), e un residuo a carico del condominio pari a 35.699.308 di euro. In termini percentuali, significa una cessione complessiva dell’98% degli importi lavori e un residuo a carico dei condomini del 2%.
Dei 986 condomini che hanno beneficiato del Superbonus 110%, il 29% è riuscito a beneficiare di un credito d’imposta al 100%. Segue il 45% del campione i cui progetti hanno generato un credito d’imposta che oscilla tra il 96 e il 99%, quindi il 17% tra il 91 e il 95% e, infine, l’6% tra l’81 e il 90%. Pertanto, delle spese sostenute per la riqualificazione energetica, il 74% dei condomini del campione analizzato ha effettivamente sostenuto una spesa che va da 0 al 4%, mentre il 26% ha sostenuta una spesa tra il 5% e il 29%.
Dei 986 condomini, 186 (per un totale di 7.818 unità immobiliari) sono stati analizzati al fine di estrarre delle statistiche relative a: risparmio energetico medio e riduzione media di emissioni di CO2 per unità abitativa; percentuali medie di abbattimento della trasmittanza termica per i diversi componenti dell’involucro edilizio (pareti, coperture, pavimenti, serramenti); riduzione del consumo di gas. L’abbattimento del fabbisogno energetico medio stimato per i condomini analizzati, che vedono un totale di 1.229.817 mq di isolamento termico, è del 51%, mentre la percentuale di risparmio energetico medio stimata è del 46%. A confermare questi valori positivi vi è anche il salto di classe energetica medio che è stato stimato intorno a 3.
Un altro degli aspetti positivi che l’analisi ci restituisce è la riduzione del consumo di gas. Partendo dalla stima del consumo di gas complessivo dei condomini ante-operam, l’abbattimento stimato del consumo al mc di gas post-intervento è del 38%. Il risparmio in termini di minor gas utilizzato per riscaldare l’abitazione e per la produzione di acqua calda determina anche una riduzione dei costi annuali di utilizzo gas che, per i 186 edifici del campione, è stimata al 43%. A migliorare è anche il rendimento medio stagionale del rapporto tra calore fornito dalla caldaia ed energia consumata.
Dall’analisi dei dati si nota che, dall’80% ante-operam, gli interventi di ristrutturazione energetica consentono un aumento del rendimento che raggiunge il 94%. Riduzioni che hanno un impatto notevole sia in termini di risparmio economico in bolletta e nei costi condominiali, sia in termini di incremento del valore di mercato dell’immobile. Infine, un terzo dato che si è riusciti a ricavare, è il risparmio di emissioni di CO2 che per i 186 condomini analizzati è stimato intorno al 50%. “Di fronte ai continui rincari, la sostenibilità energetica dell’abitazione è diventata centrale. La combinazione tra l’aumento vertiginoso dei costi di gas ed elettricità e la presenza degli incentivi fiscali per l’efficientamento energetico degli immobili, ha reso i proprietari molto più attenti allo stato di manutenzione e ai livelli di consumo della propria abitazione. Questa nuova sensibilità riguarda sia i potenziali acquirenti, ora più indirizzati verso un acquisto energeticamente riqualificato, sia i già proprietari nell’orientare gli investimenti sulla propria abitazione” spiega De Biasio.