Dopo il boom del 2021 (+20,1%) anche il 2022 chiuderà con investimenti in forte crescita (+12,1%) grazie al booster del Superbonus. Nel 2023 tuttavia la festa è destinata a finire e i cantieri italiani dovranno fare i conti con una brusca frenata. Difficile presagire fin d’ora se si tratterà di un assestamento dovuto o dell’inizio di una nuova, magari lunga, discesa.
Secondo le stime del Centro Studi dell’Ance, che ha presentato l’Osservatorio congiunturale sulle costruzioni 2022, l’anno prossimo il settore chiuderà comunque con un calo del 5,7%. Colpa della frenata annunciata nel settore della riqualificazione degli immobili che, con lo scadere degli incentivi del 110% per le case unifamiliari, subirà un brusco stop (-24%), solo parzialmente compensato dall’incisivo aumento delle opere pubbliche (+25%) dovuto all’avvio dei cantieri Pnrr, come da programma aggiornato nella Nadef.
Nel 2022 le opere pubbliche sono cresciute del +4% rispetto al 2021. Una stima al ribasso rispetto al +8,5% previsto a febbraio dai costruttori dell’Ance secondo cui un fattore ha pesato più di altri sulla frenata: il caro-prezzi di materie prime ed energia.
“Dei 10 miliardi stanziati con il Dl aiuti ad oggi circa il 70% delle imprese non ha ancora ricevuto nessuna risorsa e quelle che l’hanno ricevuta hanno potuto coprire solo il 15% dei maggiori costi sostenuti”, hanno denunciato i costruttori.
Segnali negativi arrivano anche dagli investimenti dei Comuni che, nel terzo trimestre dell’anno in corso, hanno registrato una prima battuta d’arresto (-0,9%).
Entro il 2023, secondo l’osservatorio dell’Ance, è prevista l’aggiudicazione di appalti per oltre 20 miliardi di investimenti in costruzioni. Ma non è detto che l’obiettivo venga raggiunto. Tra gli ostacoli più evidenti, l’associazione nazionale costruttori, ne segnala due. Primo: il caro-materiali “che sta producendo per il Pnrr un ritardo di sei mesi”. Secondo: la scarsa capacità amministrativa degli enti pubblici. “Per le opere del Mims – si sottolinea nell’osservatorio – il 60% delle amministrazioni locali e’ impegnato nella fase di redazione del progetto definitivo e/o esecutivo, ma questa percentuale scende al 36% nelle regioni del Mezzogiorno”.