Cresce l’interesse per gli investititori per gli alloggi per studenti. All’interno dell’asset class residenziale, oggi rappresenta il 45% degli investimenti, pari a 315 milioni di euro. Più del 70% del capitale investito in studentati ha origine straniera. E’ quanto emerge dal Rapporto ‘Lo student housing da mercato di nicchia a comparto maturo’, presentato nel corso del convegno ‘Italia chiama Europa’ – Il futuro degli studentati al 2030‘ e realizzato da Scenari Immobiliari per Re.Uni, l’associazione che riunisce i tre principali player del settore student housing italiano (Camplus, CampusX e Joivy) e bedStudent.
OBIETTIVO OLTRE 100MILA POSTI LETTO AL 2027
Oggi in Italia ci sono oltre 85.000 posti letto per studenti, con una crescente presenza di strutture di student housing moderne e gestite da operatori specializzati in linea con gli standard internazionali. Nei prossimi tre anni questo numero si incrementerà di circa 28.000 posti letto, con la maggior parte delle aperture di nuove strutture previste nel 2026, per arrivare a un’offerta che complessivamente supererà le centomila unità entro il 2027. Dal momento che il numero degli studenti presso le università tradizionali è atteso stabile nel breve periodo e che la quantità di offerta di alloggi per studenti è prevista in crescita, si stima che il tasso di copertura possa raggiungere il 15% entro tre anni, limitando il divario nazionale con la media europea.
ZIRNSTEIN: “UNA DELLE PRINCIPALI ASSET CLASSI DI INVESTIMENTO ALTERNATIVO”
“Lo student housing rappresenta una delle principali asset class di investimento alternativo nell’immobiliare e in grado di offrire rendimenti molto interessanti, grazie a una domanda in costante aumento”, commenta Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari. Un ulteriore incentivo per investire nello student housing arriva dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), questo investimento con fondi pubblici rappresenta un’ottima opportunità per i soggetti privati” e un banco di prova per le capacità di collaborazione dell’industria immobiliare e di verifica della qualità di chi gestisce le residenze”.
L’AIUTO DEL PNRR
Un grande aiuto potrebbe dunque venire dal Pnrr. Il ministero dell’Università e della Ricerca ha lanciato un un bando finalizzato alla creazione di almeno 60.000 posti letto per studenti universitari su tutto il territorio nazionale, ed è rivolto ai soggetti gestori di alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore, sia pubblici sia privati. Gli interventi dovranno riguardare immobili che possano permettere la realizzazione di almeno 20 posti letto ciascuno e dovranno trovarsi in prossimità delle sedi universitarie o comunque in zone ben collegate tramite il trasporto pubblico.
MANENTI: “IMPRENDITORI, PRESENTATE DOMANDA SUBITO PER ESSERE EFFICACI IN EUROPA”
“Con questo bando si attua l’articolo 34 della Costituzione, garantendo il diritto allo studio per tutti gli studenti meritevoli. Il 40% dell’importo va destinato al Sud, dove le università sono meno appetibili anche a causa delle condizioni meno attrattive in cui si trovano. Tuttavia, migliorando le infrastrutture, potrebbe migliorare anche l’offerta formativa, attirando molti studenti stranieri”. Così intervenendo al dibattito il Commissario straordinario per gli alloggi universitari, Manuela Manenti. Rivolgendosi alla platea di imprenditori e operatori presenti al convegno ha lanciato un appello: “Il guadagno deve esserci, ma è necessario che voi imprenditori facciate uno sforzo. È importante che partecipiate attivamente alla presentazione delle domande e diate un segnale forte all’Italia. Devo presentarmi alla Commissione Europea per dimostrare che questo progetto funziona. Non aspettiamo settembre o ottobre. Questo è un Pnrr con i suoi tempi e i suoi 60mila target. È fondamentale che depositiate la domanda il prima possibile. Solo da quel momento in poi il Commissario può aiutarvi”.
TRA CAPOLUOGHI SECONDARI, BENE AOSTA, BOLZANO E BERGAMO
Secondo il rapporto, l’attività immobiliare prevista nei prossimi anni verrà sviluppata nei principali poli universitari del nord: Milano, Torino, Padova e Bologna confermano il loro ruolo primario mentre Roma e Firenze acquisiscono maggiore rilevanza. Gli sviluppi previsti restituiranno una geografia della residenzialità per studenti universitari non omogenea, oltre il 75% dei posti letto saranno sviluppati nelle regioni settentrionali, meno del 5% nei territori del Mezzogiorno e la restante quota, circa il 20%, nelle regioni del Centro Italia. Cresce l’interesse per i capoluoghi secondari come Aosta, Bolzano e Bergamo, parallelamente si evidenzia la necessità di espandere i territori consolidati allargando il perimetro comunale verso contesti urbani provinciali come Sesto San Giovanni e Novate Milanese.