Non solo garantisce una rata mensile più bassa ma permette di accelerare il rimborso del capitale offrendo un risparmio complessivo di oltre 3.000 euro in due anni su un finanziamento da 160.000 euro. Sono queste le ragioni che spingono gli esperti a preferire ancora il mutuo a tasso fisso rispetto al variabile. Una scelta che sembrerebbe in controtendenza rispetto all’andamento dei tassi di interesse che potrebbero iniziare a scendere già nel corso dei prossimi mesi. Stando almeno alle prime speculazioni presenti sul mercato che prevedono una prima riduzione del costo del denaro in Europa già a partire dalla prossima primavera.
Nonostante questo, secondo le simulazioni realizzate dall’Ufficio Studi di Telemutuo.it anche in presenza di una riduzione del livello dei saggi Ue di 2 punti percentuali entro i prossimi due anni, il risparmio garantito da un finanziamento ipotecario a tasso fisso batterebbe di gran lunga quello generato dal variabile.
A supporto di questa tesi, gli esperti di Telemutuo hanno preso in esame l’accensione di un mutuo del valore di 160.000 euro in 20 anni che si traduce in una rata mensile per il fisso di 860 euro (tasso del 2,65%) rispetto ai 1.020 euro richiesti inizialmente per un mutuo a tasso variabile (tasso del 4,6%). Ipotizzando un percorso di contrazione del livello dei saggi dell’1,5% in 18 mesi, il livello della rata del variabile scenderebbe così a 900 euro mese, valore ancora superiore rispetto a quella prevista per i mutui a tasso fisso. Questo vuol dire che soltanto un’ulteriore riduzione dei tassi dello 0,5% porterebbe la rata del variabile al di sotto di quella del fisso.
I vantaggi legati alla scelta di un finanziamento a tasso fisso rispetto a un variabile sono legati anche all’abbattimento della quota capitale. In base alle simulazioni dell’Ufficio Studi di Telemutuo.it, infatti, dopo i primi due anni il debito residuo su un mutuo da 160.000 euro a tasso fisso si attesta a 147.536 euro a fronte dei 148.800 euro del tasso variabile. Questo si traduce in un rimborso maggiore di capitale con il tasso fisso pari a 1.264 euro rispetto al variabile. I risultati di questa simulazione sono evidenti anche estendendo la duration a 30 anni. In questo caso, su un finanziamento da 160.000 euro, la differenza di quota capitale pagata da un fisso rispetto a un variabile entro i primi due anni si attesta a +1.004 euro.
“Le aspettative per un taglio del costo del denaro da parte della Bce nei prossimi mesi e le previsioni delle banche a lungo termine hanno determinato un abbassamento dell’Eurirs con effetti evidenti sul costo dei mutui a tasso fisso che risultano oggi ben più convenienti rispetto soltanto a un anno fa”, spiega Andrea Pennato, Amministratore Delegato di Telemutuo.it. “Il risparmio che si può avere oggi su un finanziamento a tasso fisso è di circa il 10% rispetto al costo che si sarebbe pagato lo scorso anno per lo stesso mutuo. Non solo. In questo momento optando per il fisso, ipotizzando anche un taglio dei tassi del 2% entro i prossimi due anni, si potrebbe beneficiare di un maggior abbattimento della quota capitale rispetto a un mutuo a tasso variabile. Dopo due anni, il mutuatario potrà eventualmente ricorrere alla surroga del mutuo incassando nel frattempo i benefici offerti nel frattempo dal fisso”.