Se per il mercato immobiliare italiano e internazionale il 2023 andrà archiviato come un anno particolarmente difficile, complice l’aumento del costo delle materie prime, l’incremento dell’inflazione e dei tassi, nonché una crisi economica generalizzata, con la conseguenza di un assottigliamento delle compravendite (pur su valori che in generale si mantengono alti) e un calo degli investimenti, anche per i titoli del settore quotati l’andamento è stato mediamente negativo (-30%). Il comparto, il cui indice di riferimento a Piazza Affari è il Ftse Italia Immobiliare, ha chiuso lo scorso anno su valori inferiori rispetto all’avvio. Il paniere del real estate italiano ha inaugurato il 2023 a quota 10.180 punti, per toccare un massimo di 10.573 il 24 gennaio e un minimo di 5.693 il 26 ottobre, a fine anno, il 29 dicembre 2023 ha terminato gli scambi a 6.658 punti. Un dato ancor più negativo se si considera l’andamento degli ultimi 5 anni, con un massimo toccato il 27 febbraio del 2020 quando l’indice ha toccato i 14.130 punti.
Rispetto al mercato internazionale i valori delle società quotate del comparto sono estremamente sottili. Basti pensare che, in termini di capitalizzazione, la realtà di maggior peso va ricercata nell’ambito delle costruzioni: si tratta di Webuild, che capitalizza 1,9 miliardi di euro. La maggiore società di costruzioni, in termini di capitalizzazione di Borsa è la francese Vinci: 62, 2 miliardi. Webuild che ha avuto una performance borsistica positiva e in controtendenza rispetto al resto del comparto, facendo registrare un +28,82% del valore delle azioni nel corso del 2023. E anche l’inizio dell’anno è di segno positivo: +2,03% dal primo all’8 gennaio 2024. Anche per Maire Tecnimont la performance è stata positiva: +54,21% nel 2023 (il gruppo capitalizza 1,6 miliardi di euro).
Tornando allo specifico delle società che si occupano di sviluppo immobiliare e ai fondi dedicati, il quadro è decisamente meno roseo. Intanto va detto che a livello mondiale si raggiungono capitalizzazioni monstre, come nel caso dell’americata Prologis (Reit commerciali) il cui valore di mercato è oggi pari a 123 miliardi di dollari. In Italia la più capitalizzata è, escluse le costruzioni e le società di ignegneria, Igd Siiq (255 milioni di euro) che nel corso del 2023 ha lasciato sul parterre il 29,08%. Di segno negativo anche le altre realtà quotate, sempre relativamente all’andamento di Borsa nel 2023: Abitare In ha ceduto il 15,72%, ma segna un incremento dello 0,4% dal 1 gennaio a oggi. Next Re Siiq (75 milioni di euro di capitalizzazione) invece ha ceduto solo l’1,72% e sono positivi i primi giorni del 2024 (+6,21%). Giù Risanamento, la cui performance nel 2023 è stata negativa del 71,24% (-5,56% all’inizio del 2024). E ancora Bastogi -18,76%, Brioschi -16,01%, Gabetti Property Solutions -25,58%, per citare le società a maggiore capitalizzazione in Italia.