Mentre il mercato immobiliare europeo resta incerto, i settori delle costruzioni e dei servizi immobiliari, nel corso del 2022, si sono mantenuti solidi nella formazione della ricchezza nazionale, con l’Italia che ha performato meglio della media europea. Se nei principali Paesi dell’Ue si è registrata una stabilità del peso delle costruzioni sul Pil nazionale (5,7%) e un lieve calo dei servizi (da 12,3 a 11,5%), nel nostro Paese entrambi i comparti hanno fatto registrare un incremento. Le costruzioni sono passate dal 4,9 al 5,2% del Pil e i servizi da 13,7 a 13,9%. È quanto emerso nel corso del seminario Futu.Re organizzato da Scenari Immobiliari durante il quale è stato presentato il ‘Rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari in Europa e in Italia’.
“Il settore dei servizi collegati al real estate, dalla gestione all’intermediazione, ha avuto una crescita impetuosa nel corso del ventunesimo secolo in Europa. Nel nostro Paese è praticamente raddoppiato e ha avuto un incremento di quasi il 50% negli ultimi 10 anni – spiega Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari. “Mentre il settore delle costruzioni diminuiva la presenza nei sistemi economici, il comparto dei servizi legati agli immobili è diventato una componente importante nel Pil europeo, con una media del 13,6%, contro il 5,7% delle costruzioni, escluso le opere pubbliche. Ritengo che ci siano ancora enormi spazi di crescita, tenendo presente ad esempio che il comparto residenziale è solo lambito dagli operatori professionali e che anche negli altri servono approcci e culture innovative”.
Nel 2022 il fatturato dei servizi immobiliari nei 5 principali Paesi europei è stimato in quasi 355 miliardi di euro, in aumento del 2,7% rispetto al 2021. La Germania si è confermata il mercato più performante, con quasi 130 miliardi di euro e un buon livello di dinamicità rispetto al 2021 (più 3,4%). La Francia ha mostrato una marcata stabilizzazione del fatturato che nel 2022 ha chiuso a quota 76,6 miliardi di euro (+0,8%). Anche il nostro Paese ha visto stabilizzarsi il livello di fatturato rispetto al 2021, con una crescita di 1,4 punti percentuali e un volume di 36,5 miliardi di euro. Il Regno Unito, per il secondo anno consecutivo, ha fatto registrato un incremento del fatturato con una espansione del 3% (82 miliardi di euro contro i 79,6 miliardi del 2020) mentre la Spagna ha registrato da un fatturato in crescita (più 5,6%) dai 28,5 miliardi di euro del 2021 ai 30,1 miliardi del 2022. L’evoluzione dei fatturati nei diversi Paesi, a seguito di andamenti altalenanti o di forte stabilità, ha portato a una crescita di quasi l’otto per cento durante il periodo 2015-2022.
“Sono diversi i temi che guideranno l’evoluzione al 2030 delle attività dei servizi immobiliari”, sottolinea Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari. “Da un lato l’applicazione dell’intelligenza artificiale spinta fino alla realtà aumentata e virtuale, dall’altro i servizi alla persona, siano essi conduttori o occupanti e la gestione attenta degli aspetti sociali. Senza dimenticare la necessità di quantificazione del peso nella creazione del valore”. Per poter affrontare tali cambiamenti, secondo Zirnsteis, le società che operano nel mondo dei servizi immobiliari sono obbligate a mettere in atto investimenti rilevanti in tecnologie e sistemi informatici adeguati, in sviluppo di competenze e in costante aggiornamento. “Sono tante le sfide che la filiera si troverà ad affrontare da oggi al 2030, in un’ottica di continua evoluzione del comparto, come ad esempio la quantificazione numerica dell’impatto che le molteplici tipologie di servizi erogati hanno sul valore di mercato degli immobili e la difficoltà di attrarre giovani talenti, nuova forza lavoro, necessaria per lo sviluppo e la crescita del settore”, conclude.