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Affittare un bilocale rende in media il 5% in Italia

Casa, differenza media di prezzo tra nuovo e usato a 27,5% nelle grandi città

Di Tobia Zanotti
14 Marzo 2023

Un incremento medio del 27,5%. A tanto ammonta la differenza di prezzo tra l’acquisto di una casa nuova rispetto a una usata nelle grandi città italiane. Motivo per cui ,spesso gli acquirenti si rivolgono verso il mercato immobiliare dell’hinterland dove il risparmio può arrivare a toccare il 50%. E’ quanto rilevato dall’ufficio studi di Tecnocasa mettendo a confronto i dati elaborati dalle agenzie sulle differenze di prezzo nelle transazioni elaborate in Italia nel corso del 2022.

“Un punto a favore dell’acquisto del nuovo lo ha fornito la pandemia”, fanno sapere da Tecnocasa. “I giorni trascorsi in casa e soprattutto il lavoro da remoto, hanno focalizzato l’attenzione sulle spese energetiche e naturalmente sulle nuove costruzioni edificate con criteri di efficienza energetica. Il progressivo ritorno alla normalità non ha inficiato questa tendenza anche perché il quadro economico peggiorato, l’aumento dei costi delle materie prime e il loro difficile reperimento, hanno imposto una necessaria revisione dei progetti al fine di preservare la marginalità pianificata”.

Secondo le rilevazioni di Tecnocasa, i prezzi del nuovo, nel primo semestre del 2022, hanno registrato un incremento dell’1,4% nelle grandi città tra cui spicca Milano con +3,5% grazie anche agli interventi di recupero dell’esistente. Nei capoluoghi di provincia l’aumento medio è stato invece del 2%, nell’hinterland delle grandi città +1,7%, con una menzione particolare per l’hinterland di Verona che ha segnato un +5,2%.

“I progetti in essere tengono conto delle nuove caratteristiche abitative (spazi esterni, metrature più ampie, spazi condivisi) e offrono una migliore qualità di vita”, continuano da Tecnocasa. “Le soluzioni usate trovano sempre un buon riscontro tra gli acquirenti e gli incentivi per la ristrutturazione sono sempre ben accolti e utilizzati. Nella prima parte dell’anno si è notata però una maggiore predisposizione verso l’acquisto di soluzioni in buono stato che non necessitassero di particolari interventi di ristrutturazione, per il timore di incappare in lunghi tempi di completamento dei lavori e in costi più elevati. La domanda di abitazione elevata e l’offerta esigua hanno comunque determinato un aumento dei prezzi anche sulle tipologie immobiliari usate che hanno visto una crescita dell’1,8%”. Anche nelle realtà di provincia e nell’hinterland delle grandi città sono ripartite le iniziative residenziali e si sono sbloccati numerosi cantieri rimasti fermi.

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