Per il comparto quotato “sono stati due anni ‘intensi’, di grande attenzione da parte nostra e di tutti i peers quotati a livello europeo al balance shift. Ora sta partendo un nuovo ciclo. Si sta finalmente materializzando la riduzione dei tassi. Lo stato dell’arte del comparto, che è dotato di una discreta potenza di fuoco, si presenta con i bilanci in ordine per cogliere le nuove opportunità, per guardare al futuro con ottimismo. In particolare, dal secondo trimestre in poi si respira nell’aria maggiore ottimismo. Non un’euforia sfrenata, ma nemmeno la depressione del passato”. Così Alexei Dal Pastro, amministratore delegato Italia di Covivio, intervenendo al 32esimo Forum di Scenari Immobiliari. “Tutta l’attenzione – sottolinea – è rivolta a prendere la direzione giusta. Dove investiamo? Dove mettiamo i denari, dal momento che c’è un livello di liquidità incredibile? Noi abbiamo 2,5 miliardi di euro di liquidità pronti per essere investiti. Dobbiamo lavorare molto sull’innovazione di prodotto”.
Dal Pastro ricorda che Covivo è attiva su tre asset class: uffici (per il 50%), residenziale (30%) e hotel (20%) “che stanno vivendo una evoluzione increbilie con confini sempre più abili tra loro. La vera sfida è cercare di evolvere il prodotto, creare la domanda, catturarla. Quando si arriva sul mercato con il prodotto giusto, la risposta poi arriva. Siamo partiti, ad esempio, nel 2020 con un timing perfetto sull’avventura Wellio che sta funzionando molto bene. Ci domandiamo se applicare lo stesso modello al residenziale”.
“Credo che il settore quotato – aggiunge ancora – sia molto importante perché, oltre agli obblighi di trasparenza, ha naturalmente nel dna una prospettiva di lungo o lunghissimo termine e si sposa perfettamente con tutte le iniziative di rigenerazione urbana, progetti ambiziosi. Più complicato farlo con capitali opportunistici che non con capitale core come sono i nostri. Credo che ogni paese debba dotarsi di questo comparto adeguatamente rappresentato. In Italia è filiforme a differenza da Francia, Germania e Spagna. Noi tecnicamente siamo una branch di un reit francese che sta lavorando con soddisfazioe in Italia, ma sappiamo che l’infrastruttura fiscale non è ottimale. Dobbiamo cercare di creare terreno fertile perché anche altre branch di società quotate possano venire in Italia. Ce ne sono che vorrebbero, ma non vengono in Italia per motivi fiscali”. E a questo proposito Davide Albertini Petroni, presidente di Confindustria Assoimmobiliare, annuncia un incontro “tra due settimane con il ministro Giancarlo Giorgetti per parlare proprio di questo”.