Per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione degli edifici al 2050 in Italia sarà necessario un ingente investimento immobiliare, di cui tra i 2,7 e i 4 miliardi di euro annui per interventi di efficientamento energetico e tra gli 1,8 e i 2,5 miliardi di euro annui per lo sviluppo di smart city. Una cifra importante che, per gli interventi sull’edificato esistente, ma soprattutto per quelli di rigenerazione e rifunzionalizzazione urbana, potrà essere cofinanziata da energy service company coinvolte direttamente dalle fasi preliminari di pianificazione dei progetti. È quanto emerso dal report sulla rigenerazione urbana e transizione energetica realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Edison Next.
Il potenziale impatto economico derivante dall’attuazione degli interventi edilizi necessari al raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione interesserà per il 60% edifici esistenti, coinvolgendo 6,9 milioni di abitazioni nei capoluoghi italiani, e per il quaranta per cento ambiti di rigenerazione e rifunzionalizzazione urbana di porzioni di città, consistenti in oltre 350 milioni di mq di superficie lorda.
“L’obiettivo di questo report – sostiene Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – è mettere in evidenza il contributo fondamentale per il successo delle operazioni di rigenerazione urbana derivante dal coinvolgimento di tutti i soggetti, soprattutto delle società di servizi energetici, fin dalle fasi iniziali della pianificazione dell’intervento, con le sue ricadute sul settore immobiliare dal punto di vista green, economico e sociale”.
Secondo Zirnstein, le sfide che gli operatori del settore sono chiamati ad affrontare sono numerose e si confrontano con gli scarsi progressi nella transizione verso sistemi energetici puliti, nella lenta transizione verso modelli di mobilità sostenibile, con la bassa qualità dello stock edilizio. Per vincere queste sfide sarà necessario mettere in campo saperi tecnici e competenze disciplinari, dovute a una pluralità di attori sociali, culturali ed economici, in grado di gestire processi complessi come la rigenerazione urbana abbinata alla transizione energetica.
Una chiave del successo, secondo l’esperta di Scenari Immobiliari, è quel processo partecipativo, aperto, flessibile, che vede nell’operatore energetico un partner di lungo periodo per sviluppare soluzioni di decarbonizzazione sin dalle prime fasi di pianificazione urbanistica, grazie anche alla volontà di partecipare al rischio imprenditoriale con mezzi di finanziamento propri.
“Dal punto di vista operativo significa affidarsi a un team specializzato, competente e capace di identificare sin dalla fase progettuale le migliori tecnologie disponibili sul mercato, e che in fase realizzativa mette a disposizione esperienze che impattano positivamente sui tempi di realizzazione delle opere e sulla rapida risoluzione di eventuali problematiche. In ultimo, si ha la certezza della realizzazione a regola d’arte e della conseguente riduzione dei rischi di malfunzionamento”, conclude Zirnstein.
“Una accurata pianificazione del costruito consente, a qualsiasi cliente finale, di monitorare e ottimizzare i consumi degli edifici e degli impianti, riducendone l’impatto ambientale e incrementando il risparmio energetico ed economico”, aggiunge Gian Carlo Magnoli, Presidente di Magnoli & Partners (società di Edison NEXT). “Il nostro approccio parte da un’attenta analisi del contesto territoriale e arriva a co-progettare con tutti gli attori coinvolti, sia pubblici che privati, interventi che includano obiettivi di transizione energetica e digitale, oltre ad aspetti di condivisione di energia con e per la comunità”.
Grazie all’attento esame del reale fabbisogno energetico e alla creazione di un rapporto di partnership solido e duraturo con gli sviluppatori, fin dalla fase iniziale di progettazione, individuando i livelli di decarbonizzazione perseguibili e definendo le soluzioni più adeguate al caso specifico, è possibile stimare la contrazione dei tempi di progettazione e realizzazione di interventi di riqualificazione tra l’8% e il 12% e una riduzione diretta dei costi di realizzazione tra l’8 e il 15% stimabile tra 1 e 1,5 miliardi di euro l’anno nelle operazioni di rigenerazione.